La necessità di arrivare a una interpretazione sintetica di questi brani di paesaggi diversi, costringe a procedere per grandi schematizzazioni, senza per questo perdere la ricchezza del patrimonio paesaggistico nella sua completezza. Il territorio analizzato presenta due MACRO AREE con caratteri molto diversi: l’Alta Val Tanaro e l’Alta Langa.
OBIETTIVI
++ Comprendere la qualità di paesaggi diversi, espressione di valori e culture locali.
++ Coinvolgere le comunità per un racconto condiviso dei paesaggi più significativi.
++ Promuovere la conoscenza dei paesaggi attraverso azioni innovative e sostenibili, riscoprendo i valori del turismo esperienziale.
ALTA VAL TANARO
Un paesaggio montano, attraversato da un percorso di fondovalle, che risale verso i passi (in direzione della Liguria o della Alpi Marittime, oppure verso Viola e la valle Mongia). Si distinguono una parte alta con caratteri alpini (roccia affiorante, conifere e pascoli, con terrazzamenti su cui si coltivava l’uva ormeasco) e una parte mediobassa caratterizzata da boschi di latifoglie, con estesi castagneti, anche su terrazzamenti (castagna garessina).
ALTA LANGA
Un paesaggio collinare complesso, come un mondo capovolto, con una rete di percorsi e coltivi sui crinali e boschi negli impluvi.
Le tre vallate dell’Uzzone, della Bormida e del Belbo si diramano disponendosi in direzione opposta al crinale Belvedere Langhe-Montezemolo, che costituisce la dorsale principale, più alta. I crinali sono caratterizzati da un mosaico di colture, dai pascoli ai cereali antichi, sino alle più recenti erbe aromatiche, per poi distinguersi per la coltivazione delle nocciole, nella parte centrale, e dei vigneti, verso nord, che si collegano a quelli delle Langhe del vino più conosciute.
La necessità di arrivare a una interpretazione sintetica di questi brani di paesaggi diversi, costringe a procedere per grandi schematizzazioni, senza per questo perdere la ricchezza del patrimonio paesaggistico nella sua completezza. Il territorio analizzato presenta due MACRO AREE con caratteri molto diversi: l’Alta Val Tanaro e l’Alta Langa.
OBIETTIVI
++ Comprendere la qualità di paesaggi diversi, espressione di valori e culture locali.
++ Coinvolgere le comunità per un racconto condiviso dei paesaggi più significativi.
++ Promuovere la conoscenza dei paesaggi attraverso azioni innovative e sostenibili, riscoprendo i valori del turismo esperienziale.
ALTA VAL TANARO
Un paesaggio montano, attraversato da un percorso di fondovalle, che risale verso i passi (in direzione della Liguria o della Alpi Marittime, oppure verso Viola e la valle Mongia). Si distinguono una parte alta con caratteri alpini (roccia affiorante, conifere e pascoli, con terrazzamenti su cui si coltivava l’uva ormeasco) e una parte mediobassa caratterizzata da boschi di latifoglie, con estesi castagneti, anche su terrazzamenti (castagna garessina).
ALTA LANGA
Un paesaggio collinare complesso, come un mondo capovolto, con una rete di percorsi e coltivi sui crinali e boschi negli impluvi.
Le tre vallate dell’Uzzone, della Bormida e del Belbo si diramano disponendosi in direzione opposta al crinale Belvedere Langhe-Montezemolo, che costituisce la dorsale principale, più alta. I crinali sono caratterizzati da un mosaico di colture, dai pascoli ai cereali antichi, sino alle più recenti erbe aromatiche, per poi distinguersi per la coltivazione delle nocciole, nella parte centrale, e dei vigneti, verso nord, che si collegano a quelli delle Langhe del vino più conosciute.
STRADE BALCONE PER ESPLORARE I DIVERSI PAESAGGI
La parte più alta del bacino idrografico del fiume Tanaro ha un carattere prettamente montano, che si collega con il versante ligure e con le Alpi Marittime francesi. Nell’ambito si possono individuare due parti distinte, caratterizzate da una altimetria ben differenziata.
VALLATA ALPINA
La testata della valle si caratterizza per alcuni complessi montuosi con cime oltre i 2.000 m slm, come il Mongioie (2.630 m) e il Pizzo d’Ormea (2746 m), che formano una sorta di anfiteatro alle spalle di Viozene. Il paesaggio è connotato dalle rocce calcaree e dai pascoli montani, con boschi di conifere sempreverdi e larici a quote più basse, che si mescolano poi ai faggi. Siamo in “terra brigasca”.
FAGGI E CASTAGNI
Nella parte mediana e bassa dell’Alta Val Tanaro il paesaggio è ancora segnato dai profili aguzzi delle montagne, ma i versanti presentano boschi di faggio, con le radure dei pascoli, e castagno su terrazzamenti, che segnano, dalla mezzacosta al fondovalle, i pendii meglio esposti. Lungo il fiume si formano alcune aree piane che hanno ospitato lanifici e cotonifici e accolgono piccoli impianti produttivi.
Il corso del Tanaro devia per lambire da ovest a nord l’area delle colline delle Langhe: si tratta di una porzione risollevata di suolo antichissimo,
plasmato e modellato dall’azione erosiva degli agenti climatici, che ne hanno determinato la morfologia. Colline arrotondate, poi incise dall’idrografia, che segna una rete di impluvi ed alcuni calanchi.
I PASCOLI E I CAMPI
Sulla dorsale della strada 661 delle Langhe si osserva il paesaggio dei pascoli e dei coltivi di grani antichi recuperati o delle più recenti colture
di lavanda e altre aromatiche,che caratterizzano la zona più a sud e più alta dell’Alta Langa, la terra della “malora” di Fenoglio, che oggi attrae per il suo carattere più legato alle radici tradizionali e vere di questi luoghi.
I NOCCIOLETI
La fascia dei noccioleti si colloca nella parte centrale, e in particolare in Val Belbo. La trama ordinata delle piantagioni permette di distinguerle dai boschi di impluvio, più densi. In inverno spicca il colore degli amenti gialli, tra i rami spogli. Attorno a questi si sviluppa l’intera filiera della nocciola, con numerose aziende che si occupano di produzione, raccolta, sgusciatura e trasformazione del prodotto.
I VIGNETI
Più a nord i noccioleti si diradano per lasciare spazio ai vigneti, che diventano sempre più numerosi ed estesi verso le Langhe del vino. La morfologia viene sottolineata dall’orditura regolare dei filari e dei percorsi interpoderali, definendo un paesaggio geometrico che si adagia sulla morfologia delle colline, disegnandone i versanti.
La parte più alta del bacino idrografico del fiume Tanaro ha un carattere prettamente montano, che si collega con il versante ligure e con le Alpi Marittime francesi. Nell’ambito si possono individuare due parti distinte, caratterizzate da una altimetria ben differenziata.
VALLATA ALPINA
La testata della valle si caratterizza per alcuni complessi montuosi con cime oltre i 2.000 m slm, come il Mongioie (2.630 m) e il Pizzo d’Ormea (2746 m), che formano una sorta di anfiteatro alle spalle di Viozene. Il paesaggio è connotato dalle rocce calcaree e dai pascoli montani, con boschi di conifere sempreverdi e larici a quote più basse, che si mescolano poi ai faggi. Siamo in “terra brigasca”.
FAGGI E CASTAGNI
Nella parte mediana e bassa dell’Alta Val Tanaro il paesaggio è ancora segnato dai profili aguzzi delle montagne, ma i versanti presentano boschi di faggio, con le radure dei pascoli, e castagno su terrazzamenti, che segnano, dalla mezzacosta al fondovalle, i pendii meglio esposti. Lungo il fiume si formano alcune aree piane che hanno ospitato lanifici e cotonifici e accolgono piccoli impianti produttivi.
Il corso del Tanaro devia per lambire da ovest a nord l’area delle colline delle Langhe: si tratta di una porzione risollevata di suolo antichissimo,
plasmato e modellato dall’azione erosiva degli agenti climatici, che ne hanno determinato la morfologia. Colline arrotondate, poi incise dall’idrografia, che segna una rete di impluvi ed alcuni calanchi.
I PASCOLI E I CAMPI
Sulla dorsale della strada 661 delle Langhe si osserva il paesaggio dei pascoli e dei coltivi di grani antichi recuperati o delle più recenti colture
di lavanda e altre aromatiche,che caratterizzano la zona più a sud e più alta dell’Alta Langa, la terra della “malora” di Fenoglio, che oggi attrae per il suo carattere più legato alle radici tradizionali e vere di questi luoghi.
I NOCCIOLETI
La fascia dei noccioleti si colloca nella parte centrale, e in particolare in Val Belbo. La trama ordinata delle piantagioni permette di distinguerle dai boschi di impluvio, più densi. In inverno spicca il colore degli amenti gialli, tra i rami spogli. Attorno a questi si sviluppa l’intera filiera della nocciola, con numerose aziende che si occupano di produzione, raccolta, sgusciatura e trasformazione del prodotto.
I VIGNETI
Più a nord i noccioleti si diradano per lasciare spazio ai vigneti, che diventano sempre più numerosi ed estesi verso le Langhe del vino. La morfologia viene sottolineata dall’orditura regolare dei filari e dei percorsi interpoderali, definendo un paesaggio geometrico che si adagia sulla morfologia delle colline, disegnandone i versanti.